22 Febbraio 2016

KISS: Keep It Simple, Stupid!

Con parole precise –  Breviario di scrittura civile
di Gianrico Carofiglio

 

Abbiamo una responsabilità, finché viviamo:
dobbiamo rispondere di quanto scriviamo,
parola per parola,
e far sì che ogni parola vada a segno”.

Primo Levi, Dello scrivere oscuro.
(esergo di “con parole precise – Breviario di scrittura civile”)

 

Copertina_parole_preciseGenerare consapevolezza come indispensabile premessa per comunicare il pensiero in equilibrio tra etica ed efficacia è lo scopo di “con parole precise – Breviario di scrittura civile” (Laterza), il nuovo saggio di Gianrico Carofiglio.
Parlare impreciso è una malattia del nostro tempo”, afferma e, riflettendo sulle lingue purtroppo deliberatamente “oscure” del potere, giuridico soprattutto ma anche politico, sostiene fermamente la certezza e la chiarezza della parola. Precisa e diretta essa comunica ed è sintomatica di virtù civili e democratiche, imprecisa e indiretta, invece, falsifica e occulta ed è indizio di assolutismo.
Già còlta in passato da Hobbes, con il quale l’ex-magistrato condivide la ragione dei “potenti” della reiterazione del “reato” ossia la difesa, il mantenimento e il rafforzamento del proprio potere (ma non solo), l’indole ambigua della lingua è antidemocratica.
Le società democratiche, per essere tali, devono reggersi sull’assunto linguistico secondo cui formulare un’affermazione comporta un impegno di verità e correttezza nei confronti dei destinatari. Un impegno, quindi, di giustezza e giusta è la parola che in ogni specifico ambito dice la verità.
Ma naturalmente la verità non è un obiettivo facile. Costa fatica e impegno.”

E laddove vi sia distanza tra parole e realtà, la fuga dinnanzi alla concretezza delle parole e dei significati, quel “terrore semantico” dell’antilingua teorizzata da Calvino, è ravvisabile il pericolo di demagogia e di derive plebiscitarie.

Quando i progetti politici diventano slogan pubblicitari, quando le metafore divengono strumenti manipolatori, le parole perdono precisione e senso. Perdono, dunque, la loro fondamentale funzione di strumenti dell’intelligenza critica. (…) il pericolo, molto concreto oggi, è che la (pseudo) discussione politica costruisca un simulacro di democrazia in cui ciascuno possa impunemente contraddirsi e affermare il falso.”

Eloquente espressione dell’abilità manipolatoria del linguaggio sono le metafore (veri e propri armamenti), troppe oggi quelle “tossiche”, impiegate nella veste di strumenti di manipolazione e ottundimento dell’intelligenza individuale e collettiva anziché di potente strumento per evocare emozioni e per coinvolgere i cittadini nei progetti di cambiamento della realtà.

Retro_copertina_CarofiglioDalle metafore della politica italiana, quindi, sino ai grotteschi e involontariamente comici risultati delle procedure e prassi giuridiche e giudiziarie, Carofiglio espone, per meglio esplicitare il suo intento, un ricco e imbarazzante repertorio di storture prodotto dalla “potenza” lessicale e sintattica. La manipolazione “formale” delle parole involontariamente e pericolosamente può trasfigurarsi, infatti, anche in alterazione del pensiero e del contenuto.
Il Breviario di scrittura civile ricorda, erigendoli a modelli d’insegnamento da seguire, la brevità di Pascal, la pulizia di linguaggio di Ludovico Muratori, i mots-matière, le parole-materia, di Simenon (parole il cui significato è per tutti il medesimo), la correttezza di Claudio Magris (premessa di chiarezza morale e di onestà), il plain language di Eagleson (un linguaggio piano, senza asperità), la versione pop del Rasoio di Occam, quel “bacio” informatico – KISS: Keep it simple, stupid – manifesto di uno stile di programmazione lineare e immune da complicazioni superflue.
Se con La manomissione delle parole Gianrico Carofiglio intendeva ridare loro dignità e “verginità”, ora, affrontando nuovamente l’accidentato ed elusivo terreno linguistico, con parole precise ribadisce l’urgenza di un’ecumenica consapevolezza.
Perché “farsi capire è un dovere etico prima ancora che professionale e capire è un diritto”.

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