“Aprire il libro”_Dicembre
“Che l’anelito, il bramare e l’azione
anche ci restino tuttora”
“Che l’anelito, il bramare e l’azione
anche ci restino tuttora”
«La ricostruzione è uno dei grandi momenti della storia d’Italia.
Bisognerebbe scriverlo con l’iniziale maiuscola: Ricostruzione. Come il Risorgimento, il Piave, la Resistenza.
Momenti di riscossa dopo la caduta, di cui essere orgogliosi.
Ma oggi il malumore e il pessimismo sono tali che si parla più dei briganti, di Caporetto, di Salò.
Della Ricostruzione non si parla mai.
I giovani cresciuti al tempo della rete non sanno neppure cosa sia.»
“Fuori prende di nuovo la bicicletta, decide di fare la strada più larga, passa lungo il canale fino alla bonifica, sulla salita si alza sui pedali e suda, pensa di non farcela, sente i muscoli fargli male e il fiato spezzarsi, sente fitte alle ginocchia, alle spalle, al collo, sente una fitta al fianco (…)
“Un sorriso (vero, non finto) di benvenuto.
Un’ancora di salvezza (il bancone del bar).
Un arredamento semplice che quasi non si nota.
Una luce non troppo intensa, ma nemmeno troppo buia…
“La prima e l’ultima cosa che diede alla figlia furono delle scuse.
Cora dormiva ancora dentro la sua pancia , piccola come un pugno, quando Mabel si scusò per il mondo in cui l’avrebbe fatta nascere. Cora dormiva accanto a lei sul solaio , dieci anni dopo, quando Mabel si scusò perché la stava per abbandonare. Nessuna delle due volte Cora la sentì.”
Avvolti dalle braccia di Morfeo.
L’attività onirica è sempre presente?
Cosa accade nei sogni?
Cosa accade mentre si sogna?
La dimensione reale si (con)fonde con quella onirica?
«Coraggio e scioltezza, come si diceva una volta. Virtù preferita, come scrive Proust. La più grande urgenza sociale, secondo me.
Ho pensato che questo libro potesse essere utilizzato dal lettore come un ipotetico inventario di alcune declinazioni del coraggio. L’ho concepito come un’associazione di idee, un brainstorming, un esercizio utile, credo e spero, per stimolare adulti e non ancora adulti a ritrovare la forza della sfacciataggine e la capacità di resistenza che la vita chiede.
“Lo stregone, il vecchio mastro,
finalmente se n’è uscito!
E i suoi spiriti fedeli
seguiranno i miei voleri.
I suoi gesti e le parole
li ho imparati, e pure i riti,
con le forze di magia
posso fare anch’io prodigi.”
Leggere Erri De Luca significa entrare nella sua vita.
E attraverso il suo verbo preferito “mantenersi”(tenersi per mano) si viene afferrati dalla sua, vigorosa, ruvida, ma calda e accogliente, apparentemente distante forse per l’educazione ricevuta.
Una mano che fa il paio con quella di Alessandro Mendini, design e architetto, fautore di una “progettazione critica, cosciente e poetica”, qui ispirata dai disegni, raffiguranti mostri, di un bambino dislessico caro ad entrambe.