6 Febbraio 2016

Democrazia, identità e nebbia mediatica. Chi è la più bella del reame?_Febbraio

 

451F-libri-consigliati-fennraio_2016

 

 

Secondo Gianrico Carofiglio le società democratiche, per essere tali, devono reggersi sull’assunto linguistico per cui formulare un’affermazione comporta un impegno di verità e correttezza nei confronti dei destinatari.  Con parole precise – Breviario di scrittura civile (Laterza) è una riflessione sulle lingue “oscure” dei poteri (giuridico soprattutto, ma anche politico), perché “farsi capire è un dovere etico prima ancora che professionale e capire è un diritto”, il cui esercizio si fa sempre più urgente laddove vi sia distanza fra parole e realtà.
Non sono crudele, sono solo veritiero, l’occhio di un piccolo dio quadrangolare” diceva lo specchio di Sylvia Plath. Anche quello di Helen Oyeyemi è disvelatore. Delle identità, della loro natura e del loro “colore”. Boy, Snow, Bird (Einaudi), rispettivamente matrigna, figliastra e figlia, è una Biancaneve del XXI secolo anche se calata nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta e dove i sette nani sono donne “mascherate”.
Sbatti il mostro in prima pagina! “È questo ciò che vuole la gente“, dice Donato Carrisi, il giallista più venduto al mondo. È questo ciò che La ragazza nella nebbia (Longanesi) racconta. Il circo mediatico, la nebbia mediatica. La santificazione della vittima e la demonizzazione del “mostro”, chiunque esso sia, colpevole o innocente nulla importa, purché ci sia. Come nulla importa la soluzione del crimine, ma l’audience che esso è in grado di generare.

 

“Nessuno mi mise mai in guardia dagli specchi,
così per molti anni li ho amati e ho creduto che meritassero la mia fiducia.”
   [Boy, Snow, Bird ]
    Helen Oyeyemi

 

Avvisi ai Naviganti

Leave a Reply