21 Marzo 2017

Maritè non morde_Veronica Tranfaglia

21 marzo 2017
Giornata mondiale della sindrome di Down_#WDSD17

 

“Avevi l’aria di chi deve scalare una vetta, per la prima volta nella vita, senza avere il piccone da piantare nella roccia e senza sapere cosa trovare in cima. Ricordando che non sei neppure nelle condizioni di scegliere se iniziare la scalata o meno, devi e basta. E intrapresa quella strada puoi solo salire, non c’è possibilità di tornare indietro. E non puoi permetterti di cadere.

(Silenzio)

La montagna come la vita ha le sue regole. Che vanno conosciute, comprese e rispettate, se vuoi sopravvivere. Puoi anche avere paura come è giusto che sia. Ma le debolezze, la rabbia, il rancore, lo scoraggiamento, sono sentimenti negativi che non ti porteranno in cima sana e salva. Sono stati d’animo che devi saper trasformare in energia positiva. Devi trasformarli in amore come tu hai fatto con Maritè.”
È la madre di Veronica Tranfaglia, autrice dell’autobiografico Maritè non morde, che rivolge queste parole alla figlia. Dopo la nascita della terzogenita, affetta dalla sindrome di Down, nulla fu come prima. I suoi occhi e i suoi gesti divennero il filtro della realtà. Maieutici per una rinnovata comprensione della vita e dell’amore.

Maritè non morde (Aliberti compagnia editoriale)
Veronica Tranfaglia, Salerno 1970.

 

“Mentre noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto
della loro vita,
loro ci insegnano che cosa conta davvero nella vita.”
Angela Schwindt

 

 

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